Il panorama sociale e culturale italiano si sta evolvendo, e l'Istituto Nazionale di Statistica (Istat) fornisce uno sguardo approfondito attraverso i dati provvisori dell'Indagine sugli stereotipi sui ruoli di genere e l'immagine sociale della violenza, condotta nel periodo maggio-luglio 2023. Benché le stime definitive siano ancora in attesa, questi dati iniziali gettano luce su alcune tendenze che meritano riflessione.
Tolleranza verso la violenza nella coppia: segnali contrastanti
Un aspetto preoccupante emerso dai dati è la persistente tolleranza verso la violenza fisica nella coppia. Mentre solo il 2,3% ritiene accettabile un gesto violento dovuto a comportamenti considerati inappropriati, il 4,3% trova accettabile che "ci scappi uno schiaffo ogni tanto" in una relazione. Ancora più allarmante è il 10,2% che giustifica il controllo abituale del partner attraverso il cellulare o i social network. La tendenza è particolarmente evidente tra i giovani di età compresa tra 18 e 29 anni, con il 16,1% che condivide questa visione.
Tuttavia, una nota positiva emerge dalla minore tolleranza rispetto al 2018, soprattutto per quanto riguarda il controllo nelle relazioni. Ciò suggerisce un graduale cambiamento nelle percezioni sociali, ma la strada da percorrere per eliminare del tutto questi stereotipi è ancora lunga.
Stereotipi di genere: una maggiore consapevolezza femminile
Gli stereotipi di genere sono ancora presenti, ma le donne mostrano una crescente consapevolezza e resistenza. Dal dato che il 21,4% crede che gli uomini siano meno adatti delle donne alle faccende domestiche al 17,2% che pensa che sia soprattutto l'uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia, c'è una chiara riduzione rispetto al 2018.
Le donne, in particolare, sembrano sfidare questi stereotipi, dimostrando una maggiore indipendenza dalle aspettative tradizionali. La strada verso la parità di genere è ancora lunga, ma questi dati indicano progressi significativi.
Violenza sessuale e pregiudizi persistono
I dati sull'atteggiamento verso la violenza sessuale mettono in luce una disparità di opinioni tra uomini e donne. Il 39,3% degli uomini ritiene che una donna possa evitare un rapporto sessuale indesiderato, rispetto al 29,7% delle donne. Inoltre, il 19,7% degli uomini attribuisce alle donne la responsabilità di provocare violenza sessuale attraverso il modo in cui si vestono, rispetto al 14,6% delle donne.
Un dato allarmante è che ancora una percentuale significativa di persone ritiene la vittima parzialmente responsabile in alcune circostanze, sottolineando la necessità di una maggiore sensibilizzazione e educazione sulla violenza di genere.
La percezione pubblica sulla violenza di genere
La metà della popolazione ritiene che la violenza subita dalle donne da parte dei propri partner sia diffusa, ma solo il 17,9% crede che ciò sia dovuto a un aumento effettivo. La maggior apertura nel discutere della violenza potrebbe essere attribuita a un cambiamento nelle percezioni, alla diffusione mediatica o all'efficacia delle iniziative di sensibilizzazione.
Conclusione
Questi dati preliminari forniscono uno sguardo critico sulla società italiana contemporanea. Mentre emerge una minore tolleranza verso stereotipi di genere e violenza, è evidente che persistono ancora idee pregiudizievoli. La strada verso una società più equa richiede un impegno collettivo per superare tali stereotipi e promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza. Soltanto attraverso un cambiamento culturale profondo potremo costruire un futuro dove il genere non sia un vincolo alle opportunità e al rispetto reciproco.
Nota metodologica:
L’Indagine sugli stereotipi di genere e sull’immagine sociale della violenza, la cui prima edizione è stata condotta nel 2018, vuole essere uno strumento per analizzare i modelli culturali e alcuni dei fattori che influenzano gli atteggiamenti verso la violenza contro le donne tra la popolazione adulta. I quesiti, che rilevano gli stereotipi sui ruoli di genere, le opinioni sull’accettabilità della violenza, sulla sua diffusione e sulle sue cause, nonché suglistereotipi in merito alla violenza sessuale, sono stati somministrati mediante tecnica CAWI (Computer Assisted
Web Interview) e CATI (Computer Assisted Telephone Interview) agli individui che avevano dai 18 ai 74 anni di età nel 2022. L’Indagine iniziata a maggio 2023 coinvolge un campione di circa 15.000 individui e non è ancora terminata, quindi i dati presentati offrono solo stime provvisorie.
Vi invitiamo ad approfondire questa ricerca direttamente sul sito Istat